“La speranza che tutti accarezzavano era l’ “Aliyà“, l’immigrazione in Palestina. Tutti aspettavanoil giorno in cui sarebbe stato dato loro il segnaledi mettersi in viaggio.Un po’ alla volta, da soli o in piccoli gruppi, legalmente o clandestinamente, i ragazzi partirono da Selvino alla volta della Palestina.” Aharon Megged
FOTO 1 – I ragazzi di Selvino fecero rivivere nel Negev il kibbutz abbandonato di Tzeelim e fondarono il kibbutz di RoshHanikrà.
FOTO 2 – Un veicolo della Brigata Ebraica, utilizzato per il trasporto verso i porti della Liguria; si riconoscono Moshe Zeiri e l’autista Fetter Moishe (zio Moishe, come amavano chiamarlo i Bambini di Selvino)
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